Le mie storie, Psicologia e dintorni

Giovani quarantenni

Mi fa sempre un po’ ridere quando sento quarantenni o cinquantenni definirsi RAGAZZI con una certa leggerezza.

Guarda quella ragazza… E poi è una signora di 48 anni.

Il mio ragazzo. Appellativo per uomo stagionato, ma che si crede o crediamo giovane, di almeno 50 anni.

Amici miei, dopo i trent’anni siamo SIGNORE, SIGNORI, tutt’al più GIOVANI DONNE o GIOVANI UOMINI (se proprio non vogliamo rinunciare a sentirci fanciulli).

Non possiamo più nasconderci dietro a quel giustificatorio “Siamo ragazzi”. Non dovremmo più abbigliarci come giovani ventenni, cercare i divertimenti dei ragazzini o credere che non abbiamo nessuna responsabilità come quando eravamo dei teenager.

E con questi pensieri nella testa che mi reco al prericovero in ospedale. Mi devo sottoporre a un piccolo intervento chirurgico, nulla di che, e quando pubblicherò questo post ne sarò certamente già uscita.

Comunque.

Dopo tutta una trafila di esami e accertamenti durante i quali le infermiere mi chiamano “piccola” o “cara” o persino “tata” (ma mi dicono che nel mondo degli infermieri è un po’ una consuetudine trattare gli assistiti come se fossero dei bambini) e io entro nella parte e mi sento improvvisamente una bambina di quattro anni,, arrivo finalmente dall’otorino per la visita finale e la definizione della data dell’intervento.

Dottore: “Pensa ragionevolmente di potere essere incinta?”

Io: “Per l’amor di dio, ho già dato. Ho tre figli”

Dottore (guardando la mia cartella clinica con aria sconcertata): “Ma lei, peraltro, è GIOVANISSIMA!”

Io (che immagino non abbia visto bene la mia data di nascita) faccio spallucce e dico: “Chi? Io? Beh, insomma, sono del 1976…”

Dottore (per niente toccato dalla mia risposta, come se gli avessi detto di avere tre figli ed essere del 1989): “Appunto, io sono del 1979!”. L’ha detto con un’espressione così seria e così infantile al tempo stesso, che io mi sono limitata a sorridere.

Sta dicendo che io e lui siamo giovanissimi? Lo sta dicendo, sì.

Non riesco a distogliere la mia espressione stupita dal suo viso, dalla sua barba già un po’ imbiancata e dalle sue rughe attorno agli occhi.

Siamo giovanissimi, noi?

Figlio mio, l’anno prossimo compi 40 anni. Ti sentirai anche giovanissimo, ma usare questo appellativo con una donna, una giovane donna, di 42 anni a me sembra un tantino eccesivo.

Sai, è normalissimo che una donna di 42 anni abbia fatto uno, due, persino tre figli (pensa che qualcuna arriva anche a sei – sempre riferito alla mia amica Claudia, ma lei è un caso a parte!) anzi, ti dirò, diciamo che una donna di 42 anni è giunta quasi al limite della sua fertilità.

Quando dovremmo farli ‘sti figli, insomma?

Quindi, caro mio, mettiamoci in testa che a 40 anni non siamo esattamente dei giovincelli, né dei giovanissimi, né dei ragazzi. Siamo certamente delle persone interessanti e simpatiche, ma siamo uomini e donne e se ci ostiniamo a fare i ragazzini rischiano di risultare non solo poco credibili, ma anche ridicoli.

Ecco, questo penso.

Ovviamente questo mi limito a pensarlo e basta. Anche perché, diciamocelo, l’intervento si tiene fra soli 4 giorni e il mio naso è pur sempre nelle sue mani!

10 pensieri su “Giovani quarantenni”

  1. Io non ho ancora imparato a convivere con la signora che cerca di prendere il posto dell’eterna ventenne.
    E quando mi salutano: “Buongiorno signora, buonasera signora” io mi guardo attorno: “Mastanno dicendo a me?”
    Tanti auguri per il tuo nasino:-)

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  2. Mia nonna a novant’anni diceva: quando sarò vecchia… Dipende dall’animo l’età di una persona, non dall’anagrafica. Io ho quasi cinquant’anni eppure non me li sento. Quando mia madre li aveva era più signora. Non so come spiegarlo. Se ci rapportiamo al mondo del lavoro siamo vecchi già a 40, fa niente se siamo solo a metà del nostro percorso lavorativo, sempre se c’è andata bene. Io mi sento giovane, ma ho già vissuto gran parte della mia vita, pensarci mi terrorizza. Diciamo che finché starò bene in salute m sentirò sempre giovane. C’è tempo x sentirsi vecchi. Sono punti di vista.

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  3. Avere una figlia di vent’anni ancora mi stupisce. Mi sembra ieri che avevo io vent’anni! Forse l’allungamento della vita ha dilatato le età: mio padre alla mia età non portava i jeans e non giocava a calcetto con gli amici. Si sentiva “ragazzo” come mi ci sento ancora io? Non so. Sta di fatto che ora ne ha novanta e tutti i pomeriggi va a giocare a carte al centro anziani. E si lamenta perché “è pieno di vecchi”!!! 🙂

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  4. Io credo che il linguaggio si adegui allo stato di ognuno di noi. Mia figlia vuole essere chiamata ragazza, pur avendo 11 anni, perchè si vuole distinguere dai bambini, un quarantenne sta nel mezzo del cammino di sua vita, ma pensa che a 50 non c’è ancora arrivato, quindi si sente giovane e via dicendo fino ai miei genitori, che hanno 70 anni e che tra amici si chiamano ancora “ragazzi”. A parte questo però capisco bene quello che intendi. Quando quel “giovanissimo” è una distorsione della realtà allora è preoccupante. Mia nonna a 45 anni teneva i capelli bianchi, i capelli raccolti in uno chignon e vestiti neri a fiorellini. Mai si sarebbe definita una ragazza

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