Musica

Quanto è giusto imporre lo studio di uno strumento musicale a un bambino?

Lo so, lo so, è una domanda trabocchetto: tutti noi sappiamo che ogni imposizione è un profondissimo errore, pertanto la risposta al titolo del post è “NO”.

Durante le mie prime esperienze professionali ho visto agende di bambini anche in età prescolare stracolme di impegni, ho visto bimbi annoiati tenere in mano un violino come

se fosse un fardello pesantissimo, ho visto genitori irrigidirsi dinnanzi all’incapacità di concentrazione nello studio del pianoforte. Ho visto mamme imporre lo studio di uno strumento musicale quasi per prendersi una rivincita con ciò che, da piccole, non avevano potuto fare.

E, ai tempi, ho detto: “No, non imporrò mai lo studio di uno strumento musicale ai miei bambini”. L’idea di avvicinare i nostri piccoli alla musica è sempre auspicabile, ma l’interesse del bimbo dovrebbe essere genuino e non un’ambizione – e tanto meno una forzatura – da parte della famiglia.

Dopo diversi anni ho incontrato, ormai lo sapete, un musicista, con il quale tutt’ora divido casa e che è il padre dei miei bambini. E ancora quando l’idea di diventare mamma era solo un minuscolo abbozzo nella mia testa, mi sono detta: “Chissà se con questo musicista genererò dei piccoli musicisti!”.

La domanda, ovviamente, era stupida e ingenua. Una passione non si trasmette sicuramente insieme al DNA. Eppure, ogni volta, qualcuno mi domanda se i nostri bimbi non siano naturalmente predisposti a essere dei musicisti in miniatura, viste le attitudini del padre (e quelle assolutamente nulle della madre, per dovere di cronaca).

La risposta è “No, non lo sono affatto”.

Un’altra cosa che ho capito in questi anni è che, no, non c’è un’età ideale per avvicinare i bambini allo studio di uno strumento musicale, perché il momento giusto è soltanto uno: quando il bambino – liberamente e senza condizionamenti dall’esterno – esprime il desiderio di suonare uno strumento.

Quindi, per carità, non forziamoli, non iscriviamoli al corso di pianoforte perché avremmo voluto farlo noi da piccoli, non imponiamo loro noiosissimi corsi di solfeggio, a meno che non ce lo chiedano espressamente.

L’argomento è spesso dibattuto e oggetto di discussione con i gruppi di mamme che frequento. E’ per questo che, visto che ce l’abbiamo in casa, ho voluto fare qualche domanda all’esperto.
Secondo te quale può essere l’approccio di avvicinamento di un bambino alla musica? Quanto, cioè, questo deve avvenire naturalmente o essere forzato dai genitori?
L’avvicinamento alla musica, a mio parere, deve essere naturale. Credo che i genitori possano e debbano avere un ruolo in termini di proposta. Non credo sia corretto imporre lo studio di uno strumento musicale.
Secondo la tua personale esperienza, i tuoi bambini, che hanno ascoltato musica già dal ventre materno, hanno una modalità di approciarvisi o di percepirla diversa rispetto ad altri bambini un po’ più “a bocca asciutta” in tal senso?
Onestamente no. Sicuramente hanno la familiarità nel vedere un adulto con in mano uno strumento. Per loro è una cosa normale e l’utilità che ne deriva è che sanno che può succedere, che c’è una possibilità di scelta in più rispetto ad altri coetanei. Tutto qua.
Credi che il talento di un musicista sia in qualche modo legato all’età in cui ci si avvicina allo studio della musica?
Non lo penso. Penso che il talento sia slegato dall’età, ma sono anche convinto che un avvicinamento precoce alla musica possa regalare degli strumenti che lo facciano emergere prima, laddove naturalmente ci sia. Detto questo, resto convinto che un rapporto duraturo e intenso con qualsiasi forma artistica, non solo musicale, sia e debba essere frutto di una esigenza interiore.
Spronerai i tuoi bambini allo studio di uno strumento musicale?
No. Io proporrò l’avvicinamento al mondo della musica come idea di gioco e di arricchimento. Nel momento in cui mi renderò conto che ci sia un interesse da parte loro forse potrei diventare più propositivo e concreto, ma non lo farò mai diventare un obbligo. Noi dobbiamo proporre la musica come possibilità. La musica può essere un grande incontro nelle nostre vite, ma non è l’unico tipo di incontro possibile.
Quando, secondo te, è il momento migliore per iniziare seriamente a suonare uno strumento musicale?
Credo che un avvicinamento precoce alla musica possa regalare enormi gratificazioni laddove la persona in questione si senta espressa. Ma non ne farei una questione solo di età anagrafica. La musica deve essere intesa come strumento di espressione. Quindi dipende molto da quello che hai necessita di esprimere. Se vogliamo parlare di età, io sono l’esempio perfetto che pur iniziando tardi a suonare puoi ribaltare il risultato. Ho iniziato a tenere in mano la chitarra, infatti, a partire dai miei 16 anni quindi non in tenerissima età!

Ricordiamoci, infine, che a 5/6 anni la capacità di concentrazione dei bambini è limitata. Non imponiamo lezioni fiume di pianoforte o chitarra. Finiranno per odiare gli strumenti che hanno davanti, se la scelta è loro imposta.
Grazie, Sergio Arturo Calonego. Chi volesse approfondire e toccare con mano come si è evoluta la sua tecnica, a partire da quei sedici anni e fino a oggi, può cliccare qui.

19 pensieri su “Quanto è giusto imporre lo studio di uno strumento musicale a un bambino?”

  1. Mio marito, padre di mia figlia, è un fotografo. La nostra piccola non è per questo più predisposta di altri alla fotografia, ma vede e maneggia macchine fotografiche più grandi di lei da quando è nata. Qualcosa le rimarrà pure

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