E oggi non parlo di bambini, Viaggi e miraggi

Siempre es 26!

Ci sono delle date che occupano un posto speciale nel nostro cuore, per i motivi più disparati. Il più delle volte si tratta di compleanni, anniversari o date indelebili per il carico affettivo che hanno per noi.

Il 26 luglio è una data che amo, che mi ricorda un paese che mi è assai caro e che ha una valenza molto positiva per il messaggio che reca in sé.

Il 26 luglio a Cuba è festa nazionale. Si celebra l’assalto alla caserma Moncada, ovvero l’inizio della Rivoluzione Cubana, avvenuto il 26 luglio 1953 e messo in atto da un gruppo di ribelli guidati da Fidel Castro.

Ora, senza scendere nei dettagli storici che potrete approfondire collegandovi a un qualsiasi motore di ricerca, l’assalto alla caserma Moncada si risolse, alla fine, in un disastro totale. Dei 160 ribelli ben sessantuno rimasero uccisi negli scontri ed un terzo di loro furono catturati e torturati. Castro, che naturalmente faceva parte del gruppo di dissidenti, la scampò, ma fu condannato a 15 anni di prigione.

Di primo acchito mi è sembrato davvero bizzarro che il popolo cubano celebri con tanta enfasi questa data che, diciamocelo, richiama una sconfitta (perché una grande sconfitta fu, e soltanto anni dopo riuscirono ad abbattere il regime dittatoriale di Batista).

Ecco, questo è il bello del popolo cubano:

Si festeggia la prima volta in cui il popolo ha alzato la testa, in cui

ha deciso di ribellarsi, indipendentemente dall’esito dell’offensiva.

Per questo inneggiano:

“Siempre es 26”

Durante il mio primo viaggio a Cuba rimasi profondamente colpita dall’enfasi dei festeggiamenti del 26 di luglio. Ovunque campeggiavano manifesti e scritte recanti lo slogan “Siempre es 26!”. Ricordo che alloggiavamo in una casa particular di Vinales, nella provincia di Pinar del Rio, e quella mattina avevamo deciso di partire alla scoperta di Cayo Levisa, piccolo paradiso terrestre. Uscendo di casa, già saturi di caldo e di punture di zanzare, notammo che nella piazza principale del paese avevano collocato degli altoparlanti dai quali riconoscemmo nitidamente la voce di Fidel Castro che pronunciava il suo consueto discorso.

La giornata prosegui lenta con le tempistiche che solo se visiti i Caraibi puoi comprendere e a ogni tappa della nostra escursione notavamo altoparlanti o televisori che trasmettevano video della commemorazione. Di sottofondo, sempre la voce di Fidel Castro.

La sera, al rientro a casa, la nostra pelle era bruciata dal sole e i capelli appiccicosi di salsedine. Jesus e Mery, i nostri ospiti, ci prepararono una cena tipicamente cubana con pesce,  riso, fagioli, insalata e malanga. In veranda gustammo con Jesus un formidabile mojito nel quale lui stesso pigiò svariate foglie di hierba buena. Nel vedere il mio stupore mentre osservavo le immagini che provenivano dal televisore, mi spiegò che in occasione della festa nazionale i discorsi di Fidel Castro possono durare un’intera giornata!

Il brindisi lo facemmo ripetendo insieme:

 “Siempre es 26!”

E’ sempre il momento di alzare la testa se qualcosa non ci sta bene. E’ sempre il momento di ribellarci dinnanzi a un’ingiustizia.

Per questo… Sempre è il 26!

Ogni giorno è quello giusto per dire se una cosa non ci piace.

 

 

 

12 pensieri su “Siempre es 26!”

  1. I miei amici ci sono stati a Cuba e mi hanno descritto le cose più o meno nel modo in cui le hai descritte te. Loro hanno una forza, una capacità, una verve, che a noi italiani ce magnano e ce cagano (scusa il francesismo).

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    1. Amo i francesismi. I tuoi in particolare, Rome’…. È così. Il viaggio a Cuba, a patto che trovi tempo e voglia di sederti a chiacchierare coi cubani, ti apre
      la testa. Hanno vissuto tali privazioni ma anche imprese grandiose… Davvero da farci sentire piccoli e egoisti dinnanzi a loro… Credimi….

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