E oggi non parlo di bambini

Quel pessimo vizio di parlare sopra gli altri

 

Chi mi legge sa che traggo spesso ispirazione da quelle che mi piace chiamare “chiacchiere  da caffè “, quei discorsi che condividiamo con una tazza fumante in mano e che credo siano il vero specchio della nostra umanità.
Pochi giorni fa, con una amica , si affrontava la seguente tematica:

“Da 1 a 10 quanto non sopporti coloro che, mentre parli, ti sovrastano con la loro voce?”.

Io ho espresso subito tutta la mia intolleranza verso la categoria, sottolineando la mancanza di rispetto di questi soggetti che è  in realtà  l’aspetto che più  mi irrita.
Ma dico io, fammi finire di parlare! Cosa parli sopra di me? Prima parlo io. Poi, quando ho finito, tocca a te.

La mia amica sostiene che, il più delle volte, queste persone manco ti ascoltano, troppo intente a snocciolare le proprie parole sopra le tue.
Mh. Si è  vero. Concordo.

Eppure l’aspetto più subdolo della questione, dico io,  è che chi ha questa abitudine prova anche un certo compiacimento nel farlo! Come a dire: non me ne frega niente di quello che stai dicendo, ma non voglio neanche stare ad ascoltarti. Voglio minimizzare quello che mi stai raccontando e per farlo sono pronto a un braccio di ferro verbale in cui uno dei due soccomberà. E questo non sarò io.

Per le persone che non amano prevaricare sugli altri, né a parole né con i fatti, questi soggetti risultano davvero odiosi. E anche se provano a sostenere la conversazione improvvisandosi a loro volta prevaricatori oppure alzando un po’ il tono della voce, non sempre ce la fanno.

Io e la mia amica riconosciamo di far parte di quest’ultima categoria. Forse è anche per questo che ci siamo scelte.

Alla fine della nostra chiacchierata al caffè decidiamo di stilare una lista delle dieci peggiori abitudini che abbiamo mentre conversiamo con gli altri.

Io un paio di idee ce le avrei già, ma la pausa è terminata.

In primis, quelli che guardano lo smartphone mentre tu gli parli o, peggio ancora, mentre ti stanno parlando.

Poi, quelli che, durante una conversazione, ti toccano insistentemente, ti tirano delle pacche sulle spalle (quando va bene) o ti spintonano.

Parliamone.

 

31 pensieri su “Quel pessimo vizio di parlare sopra gli altri”

  1. Io ho talvolta il vizio di non guardare in volto quando parlo con qualcuno.
    Non provo gusto nel farlo.
    E’ una mia forte timidezza.
    Riguardo a chi parla sopra mentre uno parla,amo evitarli accuratamente.
    Se disgraziatamente tali soggetti siano i partner dei propri amici sono come i vari Yoko Ono in mezzo ai Beatles.

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  2. Parlare quando è in un momento inopportuno, come quando si ascolta una notizia in TV. E succede che la notizia ti sfugge e non la puoi riprendere. Quello che ti ha parlato sopra, che gli fai? .

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  3. A nessuno viene in mente, par hazard, che alcune di queste persone (non tutte, ovviamente) non siano egocentriche monopolizzatrici ma stiano cercando uno spazio nel discorso che non viene concesso loro? Magari perché colui che viene interrotto, la vittima, è ripetitivo, monotono, parla troppo lentamente o fa voli pindarici e distrae l’ascoltatore? Oppure, non vi è mai capitato di pensare che SE tanto a voi disturba parlare con chi vi interrompe, quanto a questo carnefice di parole disturba ciò che state dicendo, magari a causa dei suddetti motivi, vuol dire che ENTRAMBI avete un attaccamento al vostro discorso tale da divenire sordi di fronte ad opinioni contrastanti e da interpretare quegli interventi non come arricchenti ma come minimizzanti rispetto alla vostra persona e al vostro pensiero? Spingendosi più in là, si potrebbe dire, posto come enunciato che siamo tutti sulla difensiva (sia chi incassa i colpi sia chi li sferra perche’ si sente ingabbiato nel discorso altrui) che ci sia un generale e tacito disinteresse nelle opinioni dell’altro. Si prosegue dunque a discutere solo per presa di posizione. Per principio. Nel momento in cui mi contrasti, il più delle volte, mi vai sulle palle. Pochi sono quelli che si concentrano sulla discsusine in sé, astraendola e sforzandosi, con tutti i loro mezzi verbali – seppur mutilati -, di convincerti del contrario. Forse basterebbe interrompere a vostra volta la persona sovrastante, dicendole “se ti interessa ciò che sto dicendo dammi modo di esprimerlo con i miei tempi e le mie parole, poi farò io altrettanto con te”. Nel soggetto disturbante ciò provocherebbe sia un rinsavimento, rispetto al motivo di quella discussione, sia un atteggiamento di abbassamento dell’invettiva, conseguenzialmente alla nascita di uno stato emozionale piu’ quieto.
    Sottolineando che i soggetti del mio commento sono solamente quegli “alcuni”, tra i sovrastanti, che pero’ sono persone intelligenti o persone legate a voi da un legame affettivo, il fatto che non ci sia un venirsi incontro, ne’ da parte dell’uno ne’ da parte dell’altro, mi fa pensare che l’interesse nella conversazione abbia perso il suo ruolo principale, lasciando libero sfogo a quelli che sono i moti della mente e cioè il personalizzare l’intervento sovrastante com atto a contrariare la persona, e non il concetto che essa esprime. Da ciò, secondo me, deriva questo odio sfrenato e irrazionale verso chi vi interrompe, mentre stato condividendo il vostro tempo con loro. È giusto, allora, dire “interrompere”?

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    1. Non ho nulla, davvero, da controbattere alla tua considerazione e ti ringrazio per il tempo dedicato all’argomentazione. Spesso la comunicazione diventa malata o, comunque, inquinata. Poi tante volte entrano in ballo vissuti emozionali o esperenziali insospettabili… Insomma, è una bella macedonia di dinamiche, emozioni, proiezioni. L’importante, sempre, rimane il confronto costruttivo e il rispetto dell’altro. Dei suoi modi, delle sue idee, delle sue pause. Si po’ arrivare finanche a rispettare chi ti parla sopra, se riesci a capirlo.
      Buona giornata,
      Gisella

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  4. Ottimi spunti di riflessione, come sempre…io mi autodenuncio…sono una che tocchetta gli amici mentre parlo e ascolto…:-( è una ricerca di contatto, di vicinanza, so che posso migliorare molto su tutti i fronti dell’ascolto!!! Buona domenica cara 😘

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    1. Anche io sono una tattile. Non disdegno il contatto sano. Ma conosco delle persone a cui dà fastidio o che hanno letteralmente l’abitudine di strattonarti mentre parlando … grazie, Cara, per il tuo contributo! Un bacio

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  5. Adesso metto un po’ di casino nella conversazione: ebbene, io rientro non in una ma addirittura in due delle categorie sopracitate. E ne aggiungerò anche una terza!
    La prima categoria è quella di “chi parla sopra”. Non mi succede sempre, solo in qualche caso, dipende molto dalle persone con cui parlo. In particolare mi capita con le persone che per esprimere un concetto lo ribadiscono in almeno cinque modi diversi. Capito lo schema a un certo punto il mio tentativo di inserimento preventivo risulta loro come se gli stessi parlando sopra. Non è che risulta, è proprio che gli parlo sopra. Ma non è che non li ascolti, anzi, è proprio perché l’ho fatto che non ho voglia di riascoltare lo stesso discorso espresso ancora e ancora. Forse non sono abituati ad essere ascoltati e pensano di aver bisogno di ribadire per far penetrare il concetto nelle orecchie dell’altro.
    La seconda categoria è quella del tuttologo. Spesso molti scambiano per tuttologia la mia capacità di deduzione logica e/o di crearmi un’opinione precisa sui fatti. Inoltre mi sono resa conto nel tempo che mi interesso a cose fuori dai normali campi di interesse altrui; per cui oltre alla cultura generale ho anche un’infarinatura di cultura non generale e quando alcuni argomenti vengono fuori do’ l’impressione di essere insolitamente ferrata su tutto. Con alcune persone questo sembra più evidente che con altre: non sono persone ignoranti o stupide, è solo che magari hanno interessi molto settoriali e quindi sono meno informati su altre cose.
    E ora inserisco una nuova categoria: la persona troppo diretta. Io ho questo pregio/difetto di non indorare mai la pillola e per questo mi attengo strettamente alla regola del non dare opinioni non richieste, perché se oltre a non essere richieste sono anche molto dure il risultato è catastrofico. Purtroppo lo è spesso anche quando l’opinione è richiesta, e per questo ho perso il saluto di qualcuno nel tempo. Ho anche smesso di rimanerci male perché ho scoperto a posteriori che questo tipo di persone sono false in primis con se’ stesse e quindi anche con gli altri.

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    1. Molto interessante quello che racconti, Cara. Categorizzazione molto lucida. Conosco tutti e tre i tipi. Quello che più mi irrita, personalmente, è il primo. Il secondo e il terzo no. Onestamente. Da chi ne sa più di me mi piace imparare. La gente diretta la preferisco a quella che non si espone mai. Poi, tanto lo fa il modo. Un tuttologo gentile è piacevole, affascinante. Un tuttologo supponente dà ai nervi!

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      1. Infatti per fortuna nessuno mi ha mai accusato di saccenza, però sono sempre tutti molto sorpresi quando vedono che ho sempre qualcosa da dire su molti argomenti. E visto che molti parlano con me volentieri mi piace pensare che non siano molti i casi in cui mi capita di parlare sopra agli altri.

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  6. quelli che finiscono ogni frase con “ho ragione o no?!?!”, “è vero o no?!!?”. da un po’ di tempo a questa parte ho iniziato a rispondere “no” abbinando un non-verbale opposto, di assenso. tanto loro non capiscono, ma almeno io mi diverto un sacco a vedere le facce di chi ascolta e osserva la scena 😀 😀

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  7. E’ talmente un’abitudine, quella di darsi sulla voce e interrompere mentre un altro sta parlando, che capita a volte di dover fare particolare attenzione non farlo, almeno, a me succede, sembra di avere una cosa importante da dire e hai paura che poi “ti scappi il momento”, ma farlo sistematicamente e non ascoltare mai, e comunque cercare di prevaricare alzando la voce è veramente brutto, come non guardare l’altro mentre si parla, o il sarcasmo fuori luogo e altre forme sprezzanti.

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  8. Quelli che ti lussano la spalla ad ogni parola: NOOO!!! Mi dicevano che è un problema psicologico: non sono in grado di definire il proprio spazio, ovvero di capire qual è il loro e quale quello degli altri.
    Quelli che ti parlano su… di solito la cosa peggiore è che non ti stanno ascoltando e, anche se dai loro ragione, continuano a darti addosso come se dovessero convincerti di ciò di cui sei già consapevole.

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    1. No, Orso.. L ‘autoreferenziale – monopolizzatore è il peggiore. .. Avevo una collega che era fatta cosi. Io la mettevo alla prova su argomenti disparati, anche al di fuori della sua portata, ma niente. Era una “tuttologa” su qualsiasi argomento….

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