Le mie storie

Contro la violenza sulle donne – lettera alle mie bimbe e al mio bimbo.

Leggo quanto riportato su un quotidiano:

“Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Di amore non si muore” è lo slogan scelto quest’anno per l’iniziativa. Purtroppo la morte  è l’esito estremo per troppe donne che si sono trovate coinvolte in una relazione violenta.

Lascio ad altrila trattazione del tema e delle implicazioni sociologiche, psicologiche e antropologiche ad esso connesse, mentre ho il piacere di scrivere due parole sull’argomento in qualità innanzitutto di donna e, in seconda battuta, di mamma.

DUE PAROLE A DUDI E CHICCHI, LE MIE FIGLIE FEMMINE

State con i maschi, Piccole mie. Cercate di capire il loro punto di vista, che spesso non coincide con il nostro. In questo vostro fratello Paco potrà aiutarvi.

E’ solo capendo il punto di vista dell’uomo che potrete capire e stare bene con lui. Sappiate che quando vi chinate, l’uomo vi guarda il sedere, sempre. Che se mettete una maglietta scollata, lui vi guarda le tette. Questo dovete saperlo. E dovete prendere le giuste misure. Sempre.  Tante volte i maschi ci amano, ci adorano e fanno tutto per noi. Però ci sono anche gli uomini che ci tampinano, che vogliono solo sfiorare le nostre labbra, che ci perseguitano anche se abbiamo detto loro che non ci piacciono. Che ci fanno male all’anima o anche al corpo.

Se alcuni uomini vi fanno paura, ditelo. Urlate. Se un uomo vi tocca su un mezzo pubblico, giratevi, gridate, fatelo vergognare di sé stesso. Non si deve permettere di sfiorarvi. Non deve pensare nemmeno lontanamente di poterlo fare. Mai. L’uomo non è il più forte. Forte è colui che sa usare bene il cervello. E i muscoli stanno nel cervello, non nelle braccia.

Se non riuscite a urlare, fatevi aiutare. Parlate. Ci sarà sempre qualcuno pronto ad ascoltarvi e a tradurre in parole la vostra paura. E non vergognatevi. Se qualcuno vi fa male non siete voi a dovervene vergognare. La colpa non è vostra, nemmeno se siete sfacciatamente belle, se avete gambe lunghe, se indossate abiti aderenti.

Vi auguro, comunque, Piccole mie, di avere la fortuna di essere amate con tenerezza e passione.

DUE PAROLE A PACO, IL MIO FIGLIO MASCHIO

Essere maschi è più facile. Meno casini, meno preoccupazioni, meno cose da dover dimostrare. Tanti uomini dicono che amano stare con le donne e lavorare insieme a loro.  Ok, posso anche crederci. Ma nessun uomo cambierebbe, nemmeno per un minuto, la sua vita con quella di una donna (e mica è scemo!).

Anche solo per questo motivo la donna va rispettata, curata. Se proprio non riuscirai a farlo pensa che donna è la tua mamma, colei che ti ha permesso di esserci. Faresti del male a quella persona?

Non pensare che la donna sia debole solo perché è più esile di te. Non credere di poterla strattonare o menare perché ti ha fatto un torto e perché la ami. In nome dell’amore non si fa soffrire.

Non essere mai spettatore di un’ingiustizia nei confronti di una donna: saresti un vile. Se assisti a un’ingiustizia o a una violenza, dillo. Urlalo. Non stare zitto. Mai.

Se te la senti, aiutala. Altrimenti, chiedi a qualcun altro di farlo. Ma non permettere a questo mondo di mietere altre vittime femminili, in nome di un amore che poi amore non è.

Ti auguro, comunque, bimbo mio, di saper amare con passione e tenerezza.

HO FINITO.

Buona notte Bimbi miei…

 

9 pensieri su “Contro la violenza sulle donne – lettera alle mie bimbe e al mio bimbo.”

  1. Mi piace. È una semplice e buona base educativa.
    In questo momento così buio per le donne e per gli uomini do tanta responsabilità ai genitori, specie di figli maschi.
    A una mamma e a un papà desidero ricordare che se un giorno vedranno la loro figlia o la nuora che non sorride più significherà che è arrivato il momento di chiedersi il perché è di impicciarsi seriamente dei loro fatti .

    Mariro’

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  2. Grandi parole…..brava.
    Se posso permettermi hai dimenticato un dettaglio…
    “Sappiate che quando vi chinate, l’uomo vi guarda il sedere, sempre. Che se mettete una maglietta scollata, lui vi guarda le tette.”
    Anche qui era da mettere un “sempre”.

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